mercoledì 2 settembre 2009

Ogro - G. Pontecorvo (1979)

Durante la dittatura franchista l'ETA decise (nel 1973) di eliminare Luis Carrero Blanco, consigliere di Franco e poi capo del governo su nomina del "Caudillo" negli ultimi anni della dittatura.
Incaricati dell'attentato 4 militanti baschi che, trasferitisi a Madrid da Bilbao, organizzano un piano particolareggiato che prevedeva, all'inizio, il rapimento dell'alto funzionario, ma che si è dovuto trasformare poi in omicidio dopo la nomina a capo del governo di Blanco e conseguente aumento delle misure di sicurezza intorno alla sua persona. Dopo mesi di discussioni fra i 4 ed una preparazione faticosa, l'attentato avrà luogo e raggiungerà il suo scopo.
Dopo la caduta del regime e la (lunga) transizione democratica spagnola, scoppiarono le divisioni all'interno dell'ETA fra chi voleva l'abbandono della lotta armata a vantaggio di una partecipazione alla vita democratica, secondo le regole di questa, e chi, del tutto sfiduciato, continuava (e continua ancora) a credere nella violenza e negli attentati come unica soluzione. Anche nel piccolo gruppo protagonista di questo film si sviluppano queste dinamiche e le strade degli amici e compagni inseparabili, invevitabilmente, finiscono per dividersi in maniera lacerante.

Ogro è un film che ha avuto, per ammissione stessa di chi ci ha lavorato e del regista, una gestazione particolarmente complicata, durata circa 4 anni. Questo non solo per le incertezze di Pontecorvo e per il particolare periodo storico (coincidente fra l'altro con il rapimento Moro), ma anche per il fatto che si partiva da un libro contenente interviste agli autori dell'omicidio.
Dunque, il rischio avvertito dagli autori era quello di schierarsi troppo nettamente dalla parte dell'ETA, con le ovvie conseguenze in termini di credibilità del film e successiva distribuzione della pellicola. Ciò che ne risulta, dunque, è un lavoro un pò "ingessato", che alterna momenti di azione e grande tensione (come i minuti precedenti l'attentato) a dialoghi che a tratti appaiono davvero inseriti a forza, didascalici. Finalizzati in sostanza a sottolineare la posizione del regista, che è poi quella impersonata da G.M. Volontè, organizzatore del piano. Cioè a dire, la posizione che ritiene la violenza come estremo mezzo per liberarsi da una dittatura, ma assolutamente da limitare anche in quelle occasioni e poi da accantonare una volta ottenuta la liberazione. C'è chi, da parte basca, ha accusato per questo Pontecorvo di ambiguità.


Tutto sommato, Ogro è comunque ben diretto, la storia è messa in scena in maniera (a tratti) avvincente ed è comunque interessante il tentativo di Pontecorvo di dare sempre voce agli "altri", anche quando isolati ed incomprensibili. I dialoghi, per quanto come detto un pò "da manuale", contengono anche spunti interessanti, non tanto quando provengono da Izarra (Volonté), sorta di "terrorista-accettabile", comprensibile, ragionevole, quanto da Txabi, il compagno intransigente, problematico, con una compagna (ed una figlia), ma che sacrifica tutto, anche se stesso, alla causa che vede come unica strada percorribile: quella del "tutto e subito". Perchè non tutti riescono a vederla come Izarra, che sottolinea invece il valore della pazienza e del testardo lavoro di convincimento quotidiano delle masse. Per Txabi ciò non è possibile: preso dalla sua angoscia di raggiungere l'obiettivo, finisce per vedere davanti a sè un muro enorme, fatto del potere ma anche - ciò che è peggio - dall'indifferenza della gente che non si cura di quello che capita attorno alla propria piccola vita, fatta di lavoro e domeniche allo stadio. E chissenefrega della mancanza di libertà, chissenefrega dei prigionieri politici, chissenefrega anche dell'ETA.
Tutto questo a Txabi non va giù. E, anche se deciderà di stare fino all'ultimo assieme ai suoi compagni, di portare a termine la missione, ciò che verrà dopo lo farà restare solo, tra i suoi fantasmi di rivoluzioni fallite e traditori.

T: Pensavo a dopo ancora
I: A dopo quando?
T: A quando cadrà il fascismo, perchè dovrà pure cadere prima o poi! Ma la gente? Cambierà la gente, dopo?
I: Pensa un pò a tutti quelli che hanno pensato che la loro rivoluzione fosse l'ultima...Certo che cambierà. Lentamente, ma cambierà.

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